Il Moriggia-Pelascini è l’unico ospedale privato accreditato dal Fresco Parkinson Institute Italia
La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che interessa principalmente i nuclei della base e la cui incidenza è in costante crescita nei paesi occidentali. Si sta inoltre verificando una progressiva riduzione dell’età media di insorgenza della malattia che interessa in maniera sempre più frequente fasce di età di soggetti ancora lavorativamente attivi. La terapia farmacologia ha cambiato in questi anni l’aspettativa di vita dei pazienti parkinsoniani che adesso è solo di poco inferiore a quella della popolazione generale. Purtroppo quello che la terapia farmacologia non è riuscito a modificare è la qualità di vita dei pazienti parkinsoniani, al momento una delle peggiori tra quelle dei pazienti affetti da malattie neurologiche.
La scarsa incidenza della terapia farmacologica sulla qualità di vita dei pazienti parkinsoniani è da correlare alla tipologia di farmaci a disposizione. Si tratta infatti di farmaci che agiscono solo sulla via di trasmissione dopaminergica, che pur essendo la più compromessa nella malattia di Parkinson, non è tuttavia l’unica ad essere interessata. Infatti i pazienti parkinsoniani presentano un’ alterazione anche della via colinergica e noradrenergica oltre al coinvolgimento di importanti altre strutture anatomiche come il cervelletto e il lobo frontale. Qual’è la conseguenza di tutto ciò? Che alcuni sintomi quali le alterazioni del cammino, i disturbi dell’equilibrio e della postura non rispondono alla terapia farmacologica a disposizione e portano quindi ad un rapido scadimento delle condizioni di vita del paziente. Inoltre il progressivo aumento dei farmaci che viene generalmente effettuato per cercare di contrastare il peggioramento clinico, oltre a non determinare alcun beneficio è responsabile dello sviluppo di ulteriori sintomi quali le discinesie e il freezing della marcia. I farmaci in questi casi oltre ad essere inefficaci possono risultare anche dannosi.
La conseguenza di tutto ciò é la necessità dei pazienti di ricorrere a cure molto costose quali l’impianto di uno stimolatore cerebrale a carico del nucleo subtalamico del Luys o l’impianto di una PEG per la somministrazione di duodopa. Anche questi sistemi presentano però importanti effetti collaterali o complicanze (emorragia cerebrale, infezione dell’impianto, polineuropatie mortali) e quindi vanno riservati a casi molto selezionati.